Il consumo di alcol nel genere femminile è notevolmente aumentato negli ultimi anni, colpendo tutte le fasce di età e cambiando le modalità di consumo della sostanza.
Vediamo perché l’organismo femminile metabolizza l’alcol in modo diverso da quello maschile, i danni e le patologie più rischiose per le donne dipendenti dall’alcol.
Alcolismo al femminile: alcuni dati
La tendenza delle donne ad avvicinarsi all’alcol è aumentata negli ultimi anni, colpendo tutte le fasce di età.
Nel 2020, il Ministero della Salute ha riscontrato un aumento del consumo femminile dove il 56,2% delle donne, sopra gli 11 anni, ha consumato almeno una bevanda alcolica durante l’anno.
Rispetto all’anno precedente, sono cambiate anche le modalità di consumo di alcol:
- il 6,4% delle donne ha fatto un maggior uso di alcol rispetto alle sue abitudini,
- il 22,4% ha consumato alcol lontano dai pasti,
- il 3,9% in modalità binge drinking,
- il 9,4% ha consumato una quantità di alcol tale da mettere a rischio la propria salute.
Nell’arco degli ultimi dieci anni, inoltre, si è rilevato un aumento delle donne che consumano vino e alcolici fuori dai pasti e di pratiche che mettono a rischio la salute femminile.
Caratteristiche dell’alcolismo al femminile
Le donne hanno una minor resistenza alla tossicità dell’alcol rispetto agli uomini, perché hanno una massa corporea inferiore a quella maschile e processano l’alcol ingerito in modo diverso.
L’organismo femminile ha una capacità dimezzata di smaltire l’alcol, poiché il fegato produce una quantità minore dell’enzima epatico alcol deidrogenasi, necessario per eliminare la sostanza tossica.
Lo smaltimento dell’alcol passa per il 20% attraverso lo stomaco e per l’80% nel primo tratto dell’intestino. Quando l’alcol viene assunto a stomaco vuoto, viene assorbito più rapidamente ed entra immediatamente nel sangue.
Dal sangue, l’alcol passa al fegato che inizia il processo di digestione della sostanza tossica; durante questo processo l’alcol continua a circolare anche tra gli altri organi. Una piccola percentuale di alcol, tra il 2% e il 10%, viene eliminata attraverso l’urina, le feci, il respiro, le lacrime, il sudore e il latte materno.
La capacità minore del fegato femminile a smaltire l’alcol è causa di una maggiore tossicità, anche quando le quantità ingerite sono esigue.
Nel particolare, le ragazze adolescenti e le donne anziane sono più vulnerabili, a causa della minor propensione alla metabolizzazione dell’alcol.
Anche la tolleranza all’alcol è più bassa: occorre una minor quantità e un minor lasso di tempo, perché il corpo femminile si abitui al consumo di alcol e abbia bisogno di un quantitativo più alto, aprendo la strada verso la dipendenza.
Le donne sono maggiormente soggette al craving, il desiderio incontrollabile di assumere alcol, per sopprimere lo stress, dettato dalla costante ricerca di approvazione sociale, gestione della famiglia, dei figli e del lavoro.
Alcolismo nelle donne: rischi e patologie
Le donne che sviluppano una dipendenza dall’alcol hanno dei sintomi diversi rispetto al genere maschile, seppur ugualmente gravi.
Dal punto di vista fisico, l’alcol porta ad un maggior rischio di sviluppo del tumore al seno, perché incide fortemente sull’equilibrio ormonale, anche a fronte di un consumo cosiddetto “moderato” della sostanza.
L’abuso di alcol porta anche problematiche legate alla fertilità: gli ormoni possono essere prodotti in quantità minore, con conseguente assenza di ovulazione e menopausa precoce. Inoltre, le donne che fanno uso di contraccettivi orali hanno la tendenza a mantenere l’alcol in circolo più a lungo.
Le donne sono soggette a gravi danni al fegato come la cirrosi epatica e alla riduzione dell’attività osteoblastica, una minor produzione di cellule delle ossa, che porta verso lo sviluppo dell’osteoporosi.
A livello psichico, si può manifestare una forte aggressività, irrequietezza, ansia, stati di profonda depressione e problemi legati alla sfera neurologica.
Alcolismo femminile nelle diverse età
La capacità di smaltire l’alcol cambia anche in base all’età della donna che lo consuma e alla capacità dell’organismo di metabolizzarlo.
Nelle adolescenti fino a 16 anni la capacità di smaltire l’alcol è pressoché nulla, perché il fegato non ha ancora sviluppato l’enzima utile a distruggere la sostanza tossica.
La capacità di smaltimento aumenta nella fascia 20-44 anni, quando l’organismo è completamente sviluppato; ma è proprio quest’intervallo di età che porta ad un maggiore consumo di alcol a stomaco vuoto, che ne incrementa l’effetto tossico.
Nelle donne sopra i 65 anni, diminuisce progressivamente l’assimilazione della sostanza da parte del fegato, ciò può essere causa di un’accelerazione della degenerazione neurologica, disturbi della memoria e problemi motori.
A chi rivolgersi per chiedere aiuto
Quando si riconosce di avere un problema di alcolismo e si vuole intraprendere un percorso di disintossicazione è fondamentale chiedere aiuto a medici specializzati nella cura dell’alcolismo, per salvaguardare la propria salute e riprendere in mano la propria vita attraverso un percorso di riabilitazione medica e psicologica.
Il Centro Torinese di Solidarietà è una comunità terapeutica che offre un percorso di cura specializzato per la disintossicazione dall’alcol, comprendente aiuto psicologico e farmacologico.
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